Sasso di Castalda – Il sentiero Frassati della Basilicata

Temi: Sasso di Castalda - Mezzi: a piedi

Il “Sentiero Frassati” della Basilicata è un percorso escursionistico di 22 chilometri che – toccando interessanti siti storici, religiosi e naturalistici – si sviluppa interamente nel territorio di Sasso di Castalda (Potenza), antico borgo dell’Appennino Lucano, ai piedi del gruppo montuoso Arioso-Pierfaone. Costituito da un anello di 14 chilometri e da una bretella di collegamento col centro storico di 4 chilometri, il percorso è stato individuato tenendo conto della memoria storica degli abitanti del paese, che utilizzavano i sentieri per andare a coltivare i campi, macinare il grano, raccogliere e trasportare legna, produrre carbone o pascolare le greggi. Si può ben dire, pertanto, che il “Sentiero Frassati” della Basilicata rappresenta la riscoperta e la valorizzazione di antiche vie, spesso dimenticate, che hanno legato un’intera comunità alle sue montagne.  

Contenuto/i principali: naturalistico, paesaggistico 
Mezzi: a piedi 
Durata itinerario: 7 ore 
Indicazioni: 
– Tipo di escursione: ad anello 
– Difficoltà: difficile 
– Lunghezza: 22 km 
– Dislivello: 1050m salita, 1050m discesa

Tappe itinerario 
1. Partenza: Centro storico Sasso di Castalda.
Parte dal centro storico di Sasso di Castalda e si sviluppa ad anello per 14 km, passando attraverso le antiche vie tracciate dagli abitanti del borgo per recarsi nei campi a macinare il grano, nei boschi a raccogliere la legna o produrre carbone, e per portare le greggi al pascolo. Avventurandovi su questo sentiero, avrete la possibilità di visitare i più importanti luoghi storici, religiosi e naturalistici del borgo, cogliendo appieno le tante bellezze che Sasso di Castalda offre in ogni periodo dell’anno.

2. Tappa 1: La Via della Pietà – Chiese ed edifici sacri di Sasso di Castalda.  
Alla scoperta dei tanti edifici sacri sparsi tra gli stretti vicoli del paese, che testimoniano la profonda religiosità dei sassesi: dall’antica Chiesa seicentesca di San Rocco alla Chiesa dell’Immacolata, passando per le numerose piccole cappelle ed edicole votive, tutte ricche di pregiate opere d’arte, tra cui magnifiche icone in ceramica.

3. Tappa 2: La Via del Grano – Oasi del Cervo, aie, Mulino del Conte.
un tempo era la principale strada che collegava il borgo alla montagna. Arrivati nei pressi del Calvario, potrete notare alla vostra sinistra una vasta collina recintata: si tratta dell’Oasi del Cervo che ospita bellissimi esemplari di ungulati. Andando oltre, scorgerete davanti a voi dei grandi spiazzi, le aie, dove un tempo i mietitori, durante i mesi estivi, portavano il grano dopo averlo raccolto nei campi circostanti, per procedere alla trebbiatura praticata per mezzo di un grosso macigno tirato dagli animali. In una seconda fase, per separare del tutto il grano dalla paglia, veniva sfruttava la corrente d’aria che saliva dalla valle o la brezza notturna. Il grano raccolto in grandi sacchi veniva poi portato al mulino per essere macinato.
È proprio su quell’antico sentiero che procede il percorso, verso il torrente San Michele. Attraversate un primo ponte in legno per arrivare nel luogo dove sono ancora visibili i ruderi del vecchio Mulino del Conte, l’unico di tutto il borgo, azionato grazie all’energia cinetica del fiume.

4. Tappa 3: La Via dell’Acqua – Torrente San Michele, Bosco della Costara, Acquedotto Pugliese, Cappella di San Michele. 
Da qui inizia la Via dell’Acqua che ripercorre il canale artificiale che convogliava verso il mulino le acque del torrente San Michele. Dopo aver attraversato un secondo ponte in legno, giungerete nella parte bassa del Bosco della Costara, dove il cammino prosegue costeggiando il fiume, fino ad un incrocio che segna il termine della bretella e l’inizio del percorso ad anello. Continuando a camminare tra i boschi, dopo aver visto le costruzioni dell’antico Acquedotto Pugliese e la Cappella di San Michele.

5. Tappa 4: La Via dei Pastori – Masseria, pascoli, Madonna del grano.
Svoltate a destra e salite fino ad un gruppo di masserie, un tempo abitate da aprile a novembre dai pastori che portavano le greggi e le mandrie ai pascoli in altura. Proseguendo sul sentiero a tornantini, ripercorrerete la stessa strada fatta dai pastori, che era anche la via attraverso cui i muli ritornavano dai boschi carichi di legna. Dopo i tornanti e un breve tratto ombreggiato, continuate verso destra, tra i prati, fino ad arrivare in località Madonna del Sasso, dove potrete ammirare una bellissima edicola votiva nei pressi di un camping.

6. Tappa 5: La Via dei Boschi – Fontana Fossa Cupa, Bosco di faggi, Monte Arioso.
Proseguendo, in direzione di una seconda edicola votiva, attraversate la strada asfaltata e addentratevi a sinistra sulla Via dei Boschi, tra magnifici esemplari di pini e abeti, fino a giungere alla Fontana di Fossa Cupa. Da qui, continuate a salire verso il Monte Arioso, seguendo i tornanti delimitati da muretti a secco che vi condurranno in un bosco di faggi a quota 1.500 metri. Più in alto, sorgono gli impianti sciistici del comprensorio Arioso-Pierfaone e, tramite una stretta cresta, giungerete alla cima del Monte Arioso a 1.709 metri di altezza, che rappresenta il punto più alto dell’intero Sentiero Frassati della Basilicata.

7. Tappa 6: La Via delle Nevi – Bosco “Belvedere delle Scaledde”.
Una volta attraversata la cresta del Monte, da dove potrete ammirare un panorama mozzafiato che abbraccia le cime innevate del Volturino e del Sirino, inizia la discesa sulla Via delle Nevi che vi riporterà nel bosco. Proseguite sulla strada asfaltata, fino ad arrivare all’incrocio di Tempa d’Albano, da dove si raggiunge facilmente il Belvedere delle Scaledde.

8. Tappa 7: La Via dell’Aria – Prati, Sorgente Acqua Ceresola, Bosco della Costara, Rifugio della Costara.
Dopo esservi riposati sulle panchine del Belvedere e aver ammirato il magnifico paesaggio con il Monte Marruggio sullo sfondo, comincia la Via dell’Aria, una lunga discesa tra i prati dove sembrerà davvero di camminare nell’aria, cullati dal dolce vento di montagna. A metà discesa, a 1.420 metri, potrete dissetarvi alla sorgente Acqua Ceresola, per poi proseguire lungo un arioso sentiero a mezza costa in fondo al quale, svoltando a destra, ci si addentra nel Bosco della Costara – dove troverete anche aree pic-nic – che vi condurrà all’incrocio con il Rifugio La Costara

9. Arrivo: La Via del Faggio di San Michele – Faggio di San Michele, Carbonaie, Buche della neve.
Continuando nel bosco, inizia l’ultimo tratto, la Via del Faggio di San Michele: seguendo il sentiero arriverete al maestoso Faggio di San Michele, uno degli alberi più antichi della Basilicata, dove una comoda panchina invita ad una sosta e alla lettura, su un apposito cartello informativo, della sua storia e della sua leggenda. Allontanandosi leggermente dal percorso tracciato, è possibile scorgere nel bosco degli ampi spiazzi dove una volta erano collocate le carbonaie. Proseguendo la discesa a zig-zag, potrete osservare le buche della neve, dei grandi fossi dove d’inverno veniva raccolta la neve che d’estate veniva prelevata e portata in paese per il confezionamento di gelati e granite. Al termine della ripida discesa tra i faggi, lì dove il bosco inizia a diradarsi, finisce il percorso ad anello e inizia la bretella che riporta al centro di Sasso di Castalda. 

Consigli utili: Scarpe da trekking, pranzo a sacco, crema solare, una bottiglia d’acqua, cappello d’estate, occhiali da sola, giacca impermeabile, abbigliamento a strati e il fischietto di emergenza (obbligatorio).

Sasso di Castalda – Itinerario nel Sentiero di Frassati

Dettaglio

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