Acerenza

Temi: Acerenza - Mezzi: a piedi

Acerenza è uno dei “Borghi più belli d’Italia”, denominata “Città Cattedrale” per l’imponente tempio che troneggia al centro del borgo antico, dedicato a Santa Maria Assunta e a San Canio (XI-XIII sec.). 

Paese tra i più antichi di tutta la Basilicata, sorge su di una rupe situata tra il fiume Bradano e il torrente Fiumarella, spiccando a 833 metri sul livello del mare. Proprio grazie alla sua posizione, dal belvedere “Torretta”, Acerenza vanta di un panorama mozzafiato che si tuffa nei colori mutevoli dell’alta valle del Bradano. 

Il nome del borgo Acerenza deriva dal greco “Acheruntia”, che per la sua posizione il poeta latino Orazio definì “caelsae nidum Acherontiae”, ovvero “Il nido d’aquila dell’alta Acerenza”. Scrittori come Tito Livio e Procopio, invece, la citarono come “fortezza di guerra” e “presidio”. 
 
Antichissima e intensa, la storia dell’“Acheruntia” Acerenza risuona ancora tra i suoi intricati vicoli ed è impressa nelle sue imponenti architetture. Diverse fasi scandiscono la storia della cittadina: teatro di lotta fra Sanniti e Romani, nel V secolo divenne sede vescovile, oggetto di una lunga contesa tra Longobardi e Bizantini. Nel 1061, con Roberto il Guiscardo, fu centro di difesa dalle rappresaglie bizantine. E proprio a Roberto il Guiscardo, il condottiero normanno, si deve la costruzione della suggestiva Cattedrale di Santa Maria Assunta e San Canio vescovo (XI-XIII sec.). Alla fine del XII secolo, Acerenza confluì nell’Impero Svevo, mentre nel XIII secolo, con gli Angioini, acquisì un’ulteriore importanza per la sua strategica posizione geografica tra Roma e l’Oriente. 

Una volta in paese e perdendosi nei suoi vicoletti, ci si imbatte in architetture dal forte valore storico-artistico, in antichi palazzi storici, portali di pietra finemente decorati e in diverse fontane, finché pian piano si svela, in tutto il suo splendore, la Cattedrale dedicata a Santa Maria Assunta e a San Canio: risalente all’XI secolo, fu consacrata nel 1080 in stile romanico con influenze gotiche. Ha una grande abside, un interno a tre navate con importanti tavole cinquecentesche ed una cripta del 1524 sulle cui pareti vi sono degli affreschi di Giovanni Todisco da Abriola.   
Altre cattedrali degne di menzione sono: la Chiesa di San Laviero (1065), dedicata all’omonimo Santo Patrono di Acerenza insieme a San Canio e San Mariano, ed il Convento Francescano con annessa la Chiesa di Sant’Antonio (seconda metà del XVI secolo). 
Tra gli edifici di pregio con cortili interni di particolare impatto e spesso decorati di stemmi di antiche famiglie acheruntine, spiccano Palazzo Loguercio Polosa e Palazzo Gala. 
Custode di elementi preziosi sacri è poi il Museo Diocesano, avente oggetti provenienti dal tesoro della Cattedrale di Santa Maria Assunta (XI-XIII sec.), tra cui elementi di oreficeria, argenteria, statuaria lignea, dipinti e un’importante collezione di paramenti liturgici. Convivono, inoltre, molti reperti archeologici anteriori alla nascita del Cristianesimo, emersi dal sottosuolo acheruntino e dalla regione apulo-lucana. 
 
Ad Acerenza, poi, la tradizione contadina rivive nel Museo etnografico una ricostruzione composta di due vani: uno con la riproduzione della stalla e della cucina, l’altro con la camera da letto e il pollaio. Il museo etnografico espone inoltre oggetti di uso quotidiano, come attrezzi agricoli e artigianali, oltre agli abiti indossati dai contadini del tempo.  
 
Dal punto di vista naturalistico-paesaggistico, ai piedi della bella “Acheruntia”, si staglia un paesaggio dominato da ampie estensioni di vigneti che, a seconda delle stagioni e della luce del giorno, cambiano tonalità e fascino; esse sono la costante testimonianza della ricchezza di questa terra in cui si coltiva e si raccoglie l’uva che dà vita al rinomato vino “Aglianico del Vulture Doc”. Paesaggi inviolati, cultura e storia trovano la culla nel verdissimo bacino del Vulture Alto Bradano, tra sorgenti millenarie, boschi secolari e alberi monumentali in cui trovano il proprio habitat ideale animali di diverse specie. 
 
Anche la tradizione enogastronomica trova il suo spazio in questo meraviglioso borgo; la tavola della tradizione acheruntina, infatti, è ricca di prelibatezze e gustose portate. Acerenza, oltre ad essere una delle città del vino, con la sua “Via della Cantine” che consistono in antiche grotte scavate nella roccia per la conservazione dell’Aglianico, possiede vari piatti tipici da assaporare: tra i primi piatti si distinguono i “maccaroun a desch’t”, maccheroni di pasta fresca fatti con le dita, e i “z’zridd”, pasta casereccia da degustare con fagioli e lenticchie. Davvero gustosi sono anche i dolci tipici della vendemmia, come il “sasanidd”, pasta fresca di grano duro cotta nel mosto, le “lagh’ne chiappute”, lasagne di pasta di grano duro condite con noci, mandorle, mollica di pane e vino cotto, e lo “Sfogliolato”, pasta di pane con ripieno di cannella, uva sultanina e alici. Da non perdere, a Pasqua, è il “Pastizz”, deliziosa torta di ricotta, o a Natale i “Calzoncelli”, dolci ripieni di castagne e ceci. 

Acerenza – Video Panoramico BEL

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Acerenza – I Borghi più belli d’Italia

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Acerenza – La Cattedrale

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