Aliano

Temi: Aliano - Mezzi: a piedi

Aliano, arrampicato su uno sperone argilloso a 555 metri sopra il livello del mare, è il borgo dei Calanchi e del confino dello scrittore Carlo Levi, immerso in un paesaggio suggestivo e lunare che gli conferisce il riconoscimento d’esser tra “I borghi autentici d’Italia”. 

Il nome del borgo deriva dal latino “Praedium Allianum”, ovvero “Podere di Allius”, gentilizio romano. Data la vicinanza ai fiumi Agri e Sinni, sin dall’antichità fu centro importante di scambi tra la civiltà greca. etrusca e enotria, come testimoniato dalla scoperta di una necropoli risalente ad un periodo compreso tra il VIII ed il VII secolo a.C. Alcune fonti parlano, poi, di un borgo di pastori esistente e già sviluppato ai tempi di Pirro, nel 280 a.C. Tuttavia, i primi testi in cui viene ufficialmente citato Aliano sono datati al 1060, anno in cui risale una bolla papale che attribuiva al vescovo di Tricarico l’amministrazione del borgo. Inoltre, in epoca medioevale Aliano fu feudo di diverse famiglie, tra cui i Sanseverino, i Carafa ed i Colonna. 
La storia più recente di Aliano, però, è legata allo scrittore torinese Carlo Levi. Egli trascorse in questo splendido borgo parte del suo esilio in Basilicata, condannato negli anni 1935/36 a causa della sua attività antifascista. Ed è proprio qui che, dopo aver conosciuto la gente, le condizioni precarie in cui vivevano, i loro tenori di vita, l’artista piemontese ambientò il suo libro Cristo si è fermato ad Eboli (1945). Nel paese sono ancora intatti i luoghi descritti nel romanzo, e nei vicoli sono impresse alcune frasi simbolo del libro, di quegli anni, di quel legame indissolubile ed intenso con la popolazione di “Gagliano” (come Levi chiama il paese con la pronuncia del dialetto locale). Talmente intensa fu la fiducia e l’affetto verso il borgo ed i suoi paesani, che scelse di esser seppellito proprio qui, al cimitero di Aliano. 

Girando questo piccolo e grazioso borgo, possiamo osservare ed ammirare ogni angolo che racconta di Carlo Levi, a partire dal Parco Letterario, circondato dallo straordinario scenario dei calanchi e che propone al visitatore un percorso che rimanda alla permanenza del poeta in terra lucana. Altri cosiddetti “luoghi leviani” che chiunque ha la possibilità di raggiungere sono la Casa di Confino alla Pinacoteca, il Museo della Civiltà Contadina ed il Presepe Artistico del Maestro Francesco Artese. Per il pubblico, incuriosito dalla sua storia, è presente la possibilità di intraprendere un suggestivo itinerario tra i luoghi menzionati, che hanno caratterizzato ed influenzato Carlo Levi e la sua opera. 
Di particolare rilevanza è anche la cosiddetta Casa del Malocchio, con sembianze dal volto umano che, secondo la credenza popolare, ha la funzione di mantenere lontani gli influssi negativi. 
Oltre ai luoghi di impronta leviana, il borgo dei Calanchi custodisce a sé un importante patrimonio sacro che saprà stupire i visitatori. La seicentesca chiesa di San Luigi Gonzaga, che possiede al suo interno diverse opere d’arte tra cui tele di origine bizantina, rappresenta senz’altro un luogo di culto degno di visita. 

Dal punto di vista tradizionale e culturale, ogni anno, il giorno del Martedì Grasso, curiose figure con “maschere cornute”, si aggirano per le stradine di Aliano animando il famoso Carnevale muovendosi a tempo delle fisarmoniche. Esse rievocano creature demoniache e goffe, il cui carattere minaccioso è mitigato dai coloratissimi cappelloni che ne decorano il capo e che donano loro un timbro più scherzoso. Oltre che ad un evento molto significativo esteticamente, le maschere di Aliano rappresentano e testimoniano una tradizione locale rimasta immutata nel tempo. 

L’intimità del suo paesaggio e, al contempo, l’asprezza delle desertiche distese dei Calanchi, sono delle caratteristiche del borgo che hanno attratto grandi cineasti, come Francesco Rosi con il film “Cristo si è fermato a Eboli” (1979), e Rocco Papaleo con “Basilicata Coast to Coast” (2010). 

Per quanto riguarda l’aspetto paesaggistico, come in tutta la Basilicata sud-orientale, i Calanchi di Aliano, caratteristici pendii originatisi dall’erosione di rocce argillose, rappresentano la finestra su un mondo emblematico e suggestivo, malinconico e accattivante, che lascerà chiunque stupito dalla magnificenza della natura che tutto può fare. 

Evocativa ad Aliano è anche la cucina, contadina, che esprime antiche tradizioni mai tramontate grazie a ricette secolari. Sulla tavola del buon alianese non manca mai il prezioso olio d’oliva e l’ottimo vino, da accompagnare con i gustosi piatti tipici locali. Tra le pietanze tradizionali del borgo si distinguono i “Frizzuu” che, sin dall’origine, si preparano con un filo di giunco attorno al quale si avvolge la pasta, fatta a mano, che poi si condisce con formaggio pecorino, rafano, ragù di cotica e carne di maiale. Anche gli “Gliummrell”, interiora di agnello e capretto arrotolati con il budello e cotti alla brace, rappresentano un piatto tipico deciso e saporito. 

Aliano – Il Borgo dei Calanchi

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Aliano – Testimonianze di Carlo Levi

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Aliano – Il Carnevale Storico

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Aliano Extra – Scheda con elenco dei servizi turistici
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