Guardia Perticara

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Questo borgo sorge in Val D’Agri nella provincia di Potenza, e conta 519abitanti. Cattura lo sguardo di chi lo visita. È soprannominato il “paese delle case di pietra” per i suoi caratteristici vicoli, le stradine strette e ripide e le case in pietra arroccate le une sulle altre che conferiscono al paesino un fascino tale da proiettarlo fuori da ogni tempo. 

Le origini sono antichissime e le testimonianze archeologiche ci raccontano che il borgo era già abitato nella prima età del ferro. Maggiori informazioni sugli abitanti le abbiamo avute grazie alle scoperte avvenute in località San Vito e si sono rilevate fondamentali per la conoscenza degli Enotri. In seguito, come in altri borghi, subisce l’arrivo dei Saraceni e viene distrutto. Nel 1237, durante il regno di Federico II di Svevia, tra i possedimenti della diocesi di Tricarico sono menzionate anche le località di Guardiam, Turrim, Perticarum e il Monasterium Sancti Vitalis in Turri. Con la caduta degli svevi e l’affermazione degli angioini, nella “giostra” delle spartizioni feudali, Guardia viene assegnata a Giovanni Britando e poi, nel 400, ai Della Marra, signori di Stìglìano. Ed è proprio in un documento di Carlo d’Angiò, risalente al 14 maggio del 1306, che per la prima volta compare il nome completo di Guardia Perticara. Nel 1652 viene fondato il convento di Sant’Antonio ad opera dei francescani. Cinque anni dopo, un’epidemia di peste riduce drasticamente la popolazione, mietendo oltre 500 vittime. Dopo i Carafa, nel XVIII secolo Guardia Perticara entra a far parte del dipartimento di Maratea come feudo del marchese d’Altavilla, in seguito e fino al 1806 andò nelle mani degli Spinelli. Nel 1857, un violento terremoto causa 85 vittime e danneggia gravemente la struttura urbanistica. Nel 1980, dopo il terremoto dell’Irpinia, il borgo trova la forza di progettare il recupero dell’antica dimensione architettonica e artistica, che restituisce al centro storico la sua antica forma medievale.

La strada più caratteristica è quella un tempo denominata via dei Carbonari, oggi Armando Diaz, dove si scorgono architetture finemente decorate da pietre lavorate dai maestri artigiani e le volte in mattoni rossi. Di forte impatto sono i portali di via Diaz, lo stemma di Palazzo Montano, il rosone di Casa Marra, il bassorilievo di San Nicola sul portale della chiesa madre di San Nicolò Magno, e poi l’arco Vico II in piazza Europa, e la mensola in pietra di Casa Sassone, ex castello.

Diversi personaggi illustri, ancora oggi, son ricordati dalla popolazione locale. In particolare, emerge la figura di Prospero Guidone, medico e chirurgo nato nel borgo medievale di Guardia Perticara, che eseguì la prima sutura al cuore. Diede le basi che resero possibile i progressi della scienza e della tecnologia medica che conosciamo oggi. Inoltre, fu parlamentare, giornalista e soprattutto fu uno scienziato grazie alle sue geniali pubblicazioni per l’apporto prezioso sulle ferite addominali e per le originali vedute in campo medico come quelle sulla tubercolosi. Illuminato e visionario ebbe l’intuizione delle ambulanze di città con la croce verde, l’inizio di quello che noi, oggi, conosciamo come Servizio Sanitario d’Emergenza 118. Si spense il 30 gennaio 1934 a Napoli e la sua salma fu vegliata dai pazienti operati di sutura del cuore nel lontano 1908. Nel 2001 fu dedicata a Prospero Guidone la Biblioteca locale, dove sono custodite alcune foto di famiglia ed atti dell’attività parlamentare e di giornalista. Nel policlinico di Napoli c’è una statua a memoria del contributo alle scoperte scientifiche apportate nel campo medico da un lucano. La città partenopea gli ha dedicato anche una strada, che da corso Buozzi conduce a via delle Repubbliche marinare.

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