Ruoti
Temi: Ruoti - Mezzi: a piediÈ un borgo di 3.322 abitanti della provincia di Potenza. Sorge su di un’altura a 751 metri che domina: da una parte la valle della fiumara di Avigliano e dall’altra quella ella fiumara di Ruoti, è caratterizzato da un accogliente centro storico che lungo le sue vie vede affacciarsi pregevoli portali di antichi palazzi.
Le origini sono remote e molto probabilmente risalgono al IV secolo A.C. Il primo nucleo abitativo si sviluppò intorno all’antico castello, in una posizione ottimale in termini di difesa: a sud est, infatti, vi erano ripidissime pareti naturali, sull’altro versane, invece, delle mura fortificate, elle quali sono visibili ancora oggi dei resti tra Strada della Rocca e Strada sotto le Mura. Sorto come rocco fortificata dai Romani, ruoti viene in seguito rifondato e nuovamente fortificato dai Lombardi. L’importanza storica del feudo di Ruoti è attestata a partire dalla metà del XII secolo, ed è appartenuto a vari signori. Ruoti passò di mano in mano, da un feudatario all’altro, fino a perdere l’importanza che aveva avuto durante la dominazione degli Svevi. Ma nemmeno l’avvento della dominazione Aragonese mutò la situazione del centro abitato. La Terra di Ruoti continuò ad essere venduta tra i vari signorotti locali finché finì quasi per scomparire demograficamente in seguito ad epidemie che tormentarono il Sud d’Italia. La popolazione abbandonò il centro abitato e si spostò nei campi.
Il feudo si ripopola nel 1511, con l’insediamento di una colonia albanese. Acquistato nel 1577 da Zenobia Scaglione, moglie di Giovan Battista Caracciolo, signore di Avigliano, passa nel 1643 ai Capece Minutolo che, successivamente, ottengono il titolo di principe di Ruoti. A questi ultimi seguono i Ruffo di Bagnara, ultimi feudatari di Ruoti.
l centro storico di Ruoti colpisce per i pregevoli portali degli antichi palazzi che lo delimitano, tra i quali si distingue anche l’architettura della bella chiesa madre dedicata a San Nicola, con impianto romanico e interno barocco. Nel 1794 la vecchia chiesa, che per ampiezza era circa la metà dell’attuale, venne abbattuta, e la nuova fondazione, che incorporò la vecchia, venne inaugurata dal vescovo Serrao che vi portò la prima pietra. Le mura e la cupola, furono completate entro il 1805, mentre l’interno venne terminato entro il 1810. Su incarico del vescovo Serrao, l’architetto Magri, discepolo del Vanvitelli, redasse il progetto, mentre il direttore dei lavori fu il maestro Antonio Porcello, che morì cadendo dalla cupola nel 1802. Nel centro abitato si può ammirare ciò che resta delle mura preromane costituite da pietre calcaree di forma omogenea, mentre nella località Fontana Bona, nelle vicinanze della fontana che dà nome al luogo, è stata rinvenuta una stipe appartenuta ad un santuario che dovrebbe essere databile tra IV e III secolo a.C.
Ruoti è un piccolo comune dal forte valore naturalistico immerso tra vigneti e boschi di ampia estensione con splendidi esemplari di abete bianco e sorgenti naturali. Il bosco di Abetina è situato in territorio di Ruoti a circa 900 metri di altitudine. Il territorio su cui il borgo insiste ospita, nelle immediate vicinanze del paese, l’area verde nota come Abetina di Ruoti, segnalata dalla Società Botanica Italiana per la presenza dell’abete bianco ormai considerato specie rara, da cui il bosco prende il nome.
Molto importante per la comunità locale è la seicentesca chiesa di San Rocco, Patrono di Ruoti, cui il 16 agosto sono dedicate solenni celebrazioni, costruita durante la peste del 1651 a cura del feudatario dell’epoca. Caratteristica è poi la chiesa di San Vito Martire, in cui si può ammirare un altare di pietra locale mentre sulla volta spicca subito un dipinto raffigurante San Rocco.
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