Salandra

Temi: Salandra - Mezzi: a piedi

Salandra, piccolo borgo fondato in epoca normanna, sorge su una roccia ed è immersa in uno splendido scenario dominato da calanchi argillosi, da queste parti noti come “cintoli”. 

Antichi palazzi gentilizi ed il castello (XII secolo), situato nell’antico nucleo medievale nella parte alta del paese di cui restano solo i suoi ruderi, rappresentano le sue preziose architetture assieme a dei siti di elevato interesse storico e archeologico da ammirare. 

Secondo alcuni studiosi, il nome deriverebbe dal composto greco Thalassa-Andros, “mare-uomini”, e alluderebbe alla colonizzazione achea, proveniente dalla Magna Grecia. Un’altra ipotesi farebbe derivare il nome dal greco Acheloo, l’antico fiume figlio di Oceano e personificazione delle inondazioni che, nella lotta con Ercole, assunse la forma di dragone attorcigliato; automaticamente, vi è la denominazione degli uomini che abitavano in questa zona con il termine greco Acheloo-Andros, ovver “uomini dell’Acheloo”, da cui Achelandros e quindi: Salandra. 
I resti di un antico villaggio rinvenuti in località Monte Sant’Angelo, testimoniano che il territorio di Salandra è stato abitato dagli Enotri a partire dall’VIII secolo a.C., ma alcuni cocci di ceramica graffiata o impressa rilevano che in questa zona vi furono addirittura degli insediamenti già in età neolitica. 
 
Piazza Marconi, a Salandra, rappresenta il punto di inizio del nucleo medioevale, dove sorgono gli antichi palazzi, il castello e la Chiesa della Santissima Trinità, edificata tra l’XI ed il XII secolo; fu quasi completamente distrutta dal terremoto del 1857, per poi essere ricostruita.  
 
Oltre alla Santissima Trinità, in questo suggestivo borgo lucano, si può ammirare un altro interessante luogo di culto, ovvero la Chiesa di Sant’Antonio, annessa al convento di San Francesco e caratterizzata da un elegante portale settecentesco abbellito da sculture raffiguranti due leoni in stile romantico. Al suo interno vi sono numerose opere di interesse artistico, tra cui un Polittico di Simone da Firenze del 1530 raffigurante l’Annunciazione, un altro Polittico del 1580 di Antonio Stabile, una lunetta raffigurante la Madonna col Bambino di Pietro Antonio Ferro, il pregevole organo della cantoria datato 1570, uno dei più antichi tra quelli funzionanti in Italia e numerose tele tra cui l’Ultima Cena, Madonna con bambino, Sant’Antuono, San Francesco, San Gennaro, San Giovanni Battista, San Giovanni da Capestrano, San Leonardo, San Nicola, Santa  Rosa, San Vescovo e San Vito, tutte attribuite a Domenico Guarino datate XVI e XVII secolo. 
 
Il paesaggio che circonda il borgo di Salandra offre uno spettacolo naturale da lasciare senza fiato. 
Il versante che affaccia sulla valle del torrente Salandrella è caratterizzato da spettacolari strapiombi, mentre quella parte di territorio che affaccia sul torrente Gruso, è ricoperta da boschi di querce, uliveti e frutteti. Inoltre, la vista che si può ammirare sulla cima del colle di Salandra fa spiccare la splendida Foresta di Gallipoli Cognato, di cui è impossibile rimanere indifferenti.  
 
Dal punto di vista enogastronomico, semplicità e tradizione contadina contraddistinguono i piatti tipici della cucina salandrese. Molto gustosa è la cosiddetta “acquasale”, preparata con pane raffermo cipolla, uova e formaggio; da provare è anche la “capriata”, un piatto povero della cucina contadina a base di di legumi, grano cotto e pancetta affumicata. Molto diffusa è poi la “cialledda”, sempre composta da pane raffermo, ma questa volta condito con pomodori, cipolla e origano. Tra i primi piatti si possono apprezzare i fusilli con la ricotta, il minestrone di verdure, il purè di fave con cicoria e la zuppa ai funghi cardoncelli. Tra i secondi, invece, spiccano l’agnello alla contadina e il “cutturidd”, ossia il capretto al forno.

Salandra – Video Panoramico BEL

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Salandra – La bella Italia

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Salandra – “I Calanchi sono lo sfondo di questo borgo”

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